A 100 anni dalla sua fondazione, ricordo il Partito Comunista Italiano mentre mi trovo in Vietnam, a pochi giorni dal XIII congresso del Partito Comunista Vietnamita. Sono qui a fare il mio lavoro e a dare il mio piccolo contributo alla lotta di classe per l’emancipazione dell’umanità. E se oggi riesco a fare il lavoro che amo lo devo anche al PCI e al PCV!
Il PCI nacque in seguito alle importanti lotte operaie, passate alla storia come Biennio Rosso, una delle più grandi mobilitazioni di massa della nostra storia. Lì ci hanno insegnato che le masse popolari possono conquistare diritti e dignità solo se organizzate e unite nella lotta.Qui in Vietnam il Partito Comunista, di qualche anno più giovane, è riuscito a fare passi da gigante: il popolo vietnamita è riuscito a distinguersi nella storia per la capacità di conquistare l’indipendenza e la libertà a qualunque costo. Questo popolo ha vinto guerre di liberazione di portata mondiale grazie alla capacità organizzativa del Partito, il cui fondatore Ho Chi Minh lo descriveva così: “Il Partito, mare immenso e monti vertiginosi!…”.
La visione d’insieme di Ho Chi Minh, tanto pragmatica quanto poetica, rende il percorso dei comunisti vietnamiti ricco di fascino. Oggi sono a lavoro al fianco delle operaie e degli operai vietnamiti, l’attenzione è spesso rivolta a questioni molto pratiche, di vita quotidiana, di lotta quotidiana… in fondo sullo sfruttamento delle masse operaie c’è poco da arzigogolare quando lo guardi da vicino. Ma in questi giorni ho avuto anche il piacere di condividere punti di vista sullo stato attuale della classe operaia e sul ruolo della Società Civile in relazione alla lotta di classe.
I vietnamiti sono spesso molto concreti e non si perdono in giri di parole o somme citazioni, ma nel corso di un incontro con un sindacalista mi sono sentito citare Antonio Gramsci! Mi sono emozionato ed ho avuto un moto di orgoglio nel sapere che il nostro Gramsci è arrivato fin qui con le sue idee, che ancora oggi fanno scuola da un capo all’altro del mondo.
Ecco, per i 100 anni del PCI, posso solo constatare la fase di arretramento che stiamo vivendo, che è però inversamente proporzionale alla sete di conoscenza e di organizzazione rivoluzionaria di cui abbiamo un estremo bisogno. È tempo di riscoprire il nostro mare e i nostri monti, che possono essere altrettanto immensi e vertiginosi! Passo dopo passo riconquisteremo il terreno, è l’unica strada possibile!
Viva il PCI! Viva la rivoluzione! Viva i Vietcong!
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