VINCITORI MY REPORTAGE Myllennium Award 2015
Per lo spirito d’iniziativa, l’impegno e la cura del lavoro svolto è stato deciso di assegnare una Menzione Speciale con relativo Premio in denaro, ad uno soltanto dei candidati.
Menzione speciale: PARSIFAL REPARATO
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Si rivolge a giovani giornalisti, aspiranti tali, e reporter italiani under 30. Il Premio MyREPORTAGE vuole premiare le tre migliori video inchieste, della durata di otto minuti, sul tema: “(Ben)Fatto in Italia. Storie di eccellenza italiana raccontate in 8 minuti”.
MyREPORTAGE
Parsifal Reparato (menzione speciale)
Il Comitato Tecnico-Scientifico della sezione MyReportage ha ritenuto di non assegnare il Premio poiché nessuno dei lavori era in linea con i requisiti richiesti.
Per lo spirito d’iniziativa, l’impegno e la cura del lavoro svolto è stato deciso di assegnare una Menzione Speciale con relativo Premio in denaro, ad uno soltanto dei candidati.
In giuria: Barbara Carfagna, giornalista Tg1, Federico Garimberti, giornalista Ansa, Stella Pende, giornalista Mediaset, Gaia Tortora, giornalista La7.
La scelta dei vincitori è stata frutto della valutazione analitica e tecnica di un Comitato Tecnico-Scientifico ed un Comitato d’Onore composto, quest’ultimo, da autorevoli personalità istituzionali, accademiche e diplomatiche, da rappresentanti dell’industria e del mondo bancario italiani, quali: Umberto Vattani, presidente Venice International University, Andrea Monorchio, professore di Contabilità di Stato Università degli Studi di Siena, già Ragioniere Generale dello Stato, Paolo Barletta, amministratore delegato Gruppo Barletta S.p.a., Bernabò Bocca, senatore della Repubblica e imprenditore, Alberto Bombassei, presidente Brembo, Ernesto Carbone, parlamentare della Repubblica, Paolo Del Brocco, amministratore delegato Rai Cinema, Eugenio Gaudio, Magnifico Rettore Sapienza Università di Roma, Francesco Starace, amministratore delegato Enel, Francesco Tufarelli, direttore generale Presidenza del Consiglio dei Ministri.
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Nel cuore di Scampia (Napoli), quartiere conosciuto in gran parte del mondo per il degrado, la mancanza di prospettive e l’illegalità diffusa, è nato Chikù nell’autunno 2014. Un ristorante di cucina tradizionale napoletana e rom, esempio di convivenza e pratiche interculturali.
Nel cuore di uno dei quartieri più complessi del nostro Paese è nata un’impresa all’avanguardia, l’unica attualmente in Italia che coinvolge attivamente donne rom e non rom in un percorso imprenditoriale, formativo e culturale.
L’inchiesta racconta la storia di Chikù dalle origini, le motivazioni che hanno spinto 10 anni fa il gruppo di fondatori a costruire una baracca/spazio laboratoriale nel campo rom del quartiere.
Chikù nasce dopo anni di attività sul territorio, quando i soci fondatori presentano un progetto di formazione professionale gastronomica interculturale finanziato da UNAR e successivamente un business plan per una start-up d’impresa sociale che vince numerosi premi nazionali ed internazionali di innovazione sociale.
Scopriamo come il cibo diventa sia strumento di superamento di pregiudizi che un veicolo per far uscire i rom da uno stato di invisibilità. Attraverso le voci dei protagonisti di questa esperienza scopriamo le piccole rivoluzioni nate nelle loro vite, i cambi di prospettiva e le continue scoperte che nascono dalla condivisione dello spazio con altre culture, che spesso non sono così lontane e diverse da noi.
Scampia si scopre diverso rispetto agli stereotipi a cui lo incatenano da anni i mass media. Chikù diventa messaggio di speranza, capace di scardinare i pregiudizi radicati nell’Italia di oggi.
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