“Nimble Fingers” è un film documentario che racconta i sogni di Bay , una giovane operaia vietnamita, e le difficoltà incontrate nel realizzarli. Attraverso un viaggio, che affonda le radici in una crisi interiore, riflesso di un capitalismo sfrenato che in Italia ricade sulle spalle dei giovani lavoratori, il film racconta il tentativo di trovare risposta al sentire comune, all’insoddisfazione, alla voglia di riscatto che appartiene alle giovani generazioni di lavoratori da un capo all’altro del mondo.
Attraverso l’incontro con le giovani operaie, assistiamo a un percorso di conoscenza dell’altro, partecipiamo alla ricerca di un linguaggio comune dall’Occidente all’Oriente, dove le contraddizioni espresse dal Vietnam odierno sono il riflesso di un mondo che cambia, di un mondo che ha scelto il suo modello di sviluppo, e che vede tutti omologati sotto l’egida delle grandi multinazionali, che la fanno da padrone a discapito di chi, ogni giorno, lotta per uscire dalla povertà e si sforza di costruire un futuro migliore.
“Nimble Fingers” diventa il punto d’arrivo di una ricerca interiore e punto di partenza di un’avventura che dall’Italia ci porta nel cuore di un paese lontano attraverso l’esperienza di Parsifal Reparato, antropologo e filmmaker napoletano, partito alla volta di un mondo sconosciuto, verso un percorso di conoscenza di sé e dell’altro, e di sé attraverso gli altri.
Il testimone che accompagnerà Parsifal è il prof. Pietro Masina, docente di storia dell’Asia all’Università di Napoli L’Orientale. La sua ricerca, anche nell’ambito di numerosi progetti europei, ha riguardato e riguarda i temi della povertà, della precarizzazione del lavoro, dei diritti sindacali e delle distorsioni nel processo di sviluppo industriale nell’Asia Orientale e Sud-orientale.
A seguire E Zèzi, gruppo storico di musica popolare campana, interpreti legati al mondo operaio quanto alla tradizione, quasi completamente cancellata dall’omologazione culturale, si ripropongono in una nuova formazione, se possibile, più agguerrita delle precedenti. Territorio comune è la possibilità di estendere i repertori dalla grande tradizione popolare vesuviana a quella di altre terre del Sud del mondo.Una musica, con queste premesse, non può che essere esplosiva, tellurica, deflagrante quanto sanno esserlo ancora (e forse solo) le genti cresciute in civiltà pre e post-industriali, emarginate, difficili, lacerate ma ancora una volta, piene di quella voglia di urlare la loro appartenenza al mondo dei vivi. Il repertorio è basato su brani della tradizione campana, pugliese, calabrese e siciliana, con fronne, canti a distesa, tarantelle e tammurriate. Altri, molto forti e di grande effetto, quali Sant’Anastasia (con la citazione del Funeral de um Lavrador di Chico Buarque), Vesuvio, L’occhiu di lu suli, Guerra, Tarantella Joggese, Pacchianella d’Uttaiano, Vient’ ‘e mare, Tarantella storta, e molte altre.
Giovedì 31 maggio alle ore 20.00 al MUMBLE RUMBLE, Pastena (Salerno), via Vincenzo Loria 35.
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