Un saluto doloroso a Cesária Évora, alla sua morna che ha saputo dare un significato a tanti momenti di dolore, e ha aiutato con le sue canzoni e melodie a incanalare sentimenti di profonda malinconia e desiderio di riscatto.
Una voce in cui non è difficile riconoscere i trascorsi di una vita piena di sofferenze quanto di voglia di vivere. Una personalità che ci ha arricchito con la sua forza e con le sue sfide, le sue scelte coraggiose tra compromessi e rinunce a causa di un cammino difficile. Ma grazie ad una progressiva consapevolezza di sé e alla sua voce è riuscita a redimere parte della sua vita e aiutato noi tutti a ritrovare un cammino in una vita che a volte si fa dolorosa e struggente.
Nei ritmi, nelle melodie e nei suoi testi è possibile ritrovare la vita nel pieno della sua umanità, la storia e le tradizioni in particolare del popolo Capoverdiano. Un popolo dai più identificato come allegro e spensierato, grazie ai ritmi tipici di quell’isola.
Ma la morna ci dice quanto sia necessario comprendere il “sodade”: la nostalgia, lo struggimento, il rimpianto, prima di poter apprezzare la festa e il successo.
Graze Cesária.
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