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La storia
Nimble Fingers è un film documentario che racconta i sogni di Bay, una giovane operaia vietnamita, e le difficoltà incontrate nel realizzarli. Attraverso un viaggio, che affonda le radici in una crisi interiore, riflesso di un capitalismo sfrenato che in Italia ricade sulle spalle dei giovani lavoratori, il film racconta il tentativo di trovare risposta al sentire comune, all’insoddisfazione, alla voglia di riscatto che appartiene alle giovani generazioni di lavoratori da un capo all’altro del mondo.
Attraverso l’incontro con le giovani operaie, assistiamo a un percorso di conoscenza dell’altro, partecipiamo alla ricerca di un linguaggio comune dall’Occidente all’Oriente, dove le contraddizioni espresse dal Vietnam odierno sono il riflesso di un mondo che cambia, di un mondo che ha scelto il suo modello di sviluppo, e che vede tutti omologati sotto l’egida delle grandi multinazionali, che la fanno da padrone a discapito di chi, ogni giorno, lotta per uscire dalla povertà e si sforza di costruire un futuro migliore.
Lo sguardo del regista si rivolge con ammirazione alle giovani operaie vietnamite, che, seppure escluse dal potere, sono il cuore produttivo del miracolo asiatico: nelle loro vite prendono forma profonde contraddizioni, imprimendosi nei loro corpi, trasformati in icone viventi.
Qui l’esotico convive con il moderno, il cemento avanza verso le risaie e la natura rigogliosa e selvaggia viene minacciata dai roboanti rumori del progresso.
Bay abbandona la montagna imponente per asservirsi al tempio della modernità, tuffandosi nel cuore dell’industrializzazione, dove le fabbriche promettono crescita, ma finiscono per offrire solo costrizione. Con costanza e sacrificio le sue piccole dita devono muoversi veloci, lontana dal villaggio dove è cresciuta e verso la città, simbolo di vizio e caos, per servire un progresso di alienazione, in cui tutte le aspirazioni finiscono per essere tritate nella catena di montaggio, che schiavizza anche i suoi stessi desideri di ragazza.
Nimble Fingers diventa il punto d’arrivo di una ricerca interiore e punto di partenza di un’avventura che dall’Italia ci porta nel cuore di un paese lontano attraverso l’esperienza di Parsifal Reparato, antropologo e filmmaker napoletano, partito alla volta di un mondo sconosciuto, verso un percorso di conoscenza di sé e dell’altro, e di sé attraverso gli altri. Nel territorio sconfinato del Vietnam, Parsifal trova quel legame latente e insieme indissolubile che riesce a connettere due visioni del reale, due dimensioni personali che combaciano nel momento in cui si confrontano, in uno scambio continuo di emozioni e sensazioni che solo la scoperta dell’altro può rivelare. Sarà in Bay che Parsifal riuscirà a ritrovare una parte remota di sé, rintracciando nelle emozioni imbottigliate di lei, la stessa forza che muove entrambi nel pretendere un futuro migliore.
L’esperienza di vita del giovane regista, maturata da un lungo lavoro di ricerca antropologica – in collaborazione con l’Università L’Orientale di Napoli e l’Accademia di Scienza Sociali Vietnamita – prende corpo nel confronto tra le due prospettive, uniche ed emblematiche di uno stato d’animo che interessa le ultime generazioni.
Nel tentativo di diffondere un messaggio di speranza a chi è costantemente spinto ai margini, il film trasporta nel cuore del Vietnam e nell’anima della protagonista, e nel racconto di sé e dell’altro rivela l’universalità di un tema che va a toccare i diritti dei lavoratori e i diritti umani.
“Nimble Fingers è un film documentario che prende forma da una ricerca antropologica che mostra la situazione attuale sui diritti dei lavoratori, in particolare delle giovani operaie vietnamite nelle fabbriche straniere. Dallo scorso ottobre mi sono trasferito ad Hanoi e da allora mi sono dedicato alla ricerca di campo e ho girato buona parte del materiale necessario per realizzare il progetto. Adesso siamo nel momento decisivo. Ho messo su una piccola troupe e nei mesi scorsi abbiamo creato un workshop di disegno con le giovani operaie, il nostro prossimo obiettivo è quello di dare vita al loro lavoro attraverso le animazioni dei loro disegni. Ma c’è ancora bisogno di un po’ di lavoro per realizzare questi sogni.” (Parsifal Reparato)
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