Da bambino mi dicevano sempre che chi era nato il 25 Dicembre era un licantropo, non so per quale motivo ho iniziato a credere che anche chi fosse nato il 1º Gennaio fosse un mezzo lupo.
Nonno Gianni, Giuvannì – così lo chiamavano i suoi amici scugnizzi di Santa Lucia – era nato il 1 Gennaio 1925, già solo per questo motivo credevo che avesse qualcosa di sovrumano, qualcosa di etereo, forte come una quercia e dolce come il miele.
I primi ricordi che ho di lui erano con sua moglie Aurora: che coppia dannatamente meravigliosa, dannatamente appassionata, piena di amore e strazio!
Nonna Aurora per quanto poco tempo avessi avuto modo di viverla era la mia luce, era il mio sole, era ed è l’amore che mi ha guidato da 29 anni a questa parte. Una amore forte e dolce.
Andata via la nonna Aurora tutto quell’amore l’ho portato dentro, mi ha aiutato a crescere, mi ha guidato.
Tutto quell’amore Giuvannì l’aveva respirato per tanti anni, per tanti anni ne ha goduto, poi per tanti anni ne ha sofferto la mancanza.
Ma quel nonno tanto forte riusciva a rendere tutto romantico, anche la nostalgia della moglie… quanti giorni e quante serate ho passato nell’infanzia e nell’adolescenza a parlare della sua storia, del suo amore per Aurora. Un amore grande, pieno di passione, pieno di errori, era tutto profondamente umano. Nei suoi racconti, pieni di coraggio, paure, passioni, errori, vittorie, sconfitte regnava sempre l’ironia, l’ironia con cui riusciva a parlare intelligentemente di tutto, anche della morte!
Poi quel suo amore per la conoscenza, per lo studio, quella passione che lo avvicinava ai temi più diversi, le sue eclettiche letture. Quella sua passione per la Luna, i calendari che sempre dovevano riportare le fasi lunari:
ma quanto era affascinante Giovanni Cavuto!
Un nonno che non si è mai risparmiato pur di farmi felice fin quando ha potuto. Grazie a lui ho imparato la generosità, l’amore per la condivisione con gli altri.
Ricordo da bambino, ogni volta che lo vedevo portava tanti regali, tra cui tanta cancelleria per la scuola…. mi faceva impazzire con tutti quei pennarelli, matite, temperamatite, penne, quaderni, quadernoni, a righe grandi e piccole, a quadretti, poi gomme da cancellare, matite mezze rosse e mezze blu… ogni volta mi portava di tutto.
Poi andavo a scuola e i miei compagni di scuola impazzivano per tutte quelle piccole meraviglie, sapevano che me le aveva portate il nonno da Reggio Emilia, ed io sapevo che il nonno me ne avrebbe portate all’infinito, così ero felice di condividere quei regali con i miei compagni di scuola. Ogni volta che arrivava il nonno da Reggio, i suoi regali per me si trasformavano in regali per i miei amici di scuola. Un giorno le maestre dissero che regalavo troppe cose ai miei compagni, ma io dissi che tanto il mio nonno me ne portava sempre ed era bello fare i regali.
Da nonno Gianni, come da nonna Aurora, ho imparato quanto possa essere grande la gioia di dare, ancor più che ricevere.
Due volte mi sono operato qui a Reggio Emilia, e la persona che volevo accanto era sempre nonno Gianni. L’ultima volta che mi operai il nonno aveva 82 anni, è inimmaginabile tutto quello che ha fatto per me, inventava le soluzioni più ingegnose per farmi stare meglio, spendeva tutte le sue energie per me, più si spendeva per me più diventava forte…. era davvero forte!
Come una magia, ogni volta che potevo abbracciare mio nonno mi si allargava il cuore, sentivo sempre tutto l’amore del mondo che mi aveva dato fin dall’infanzia.
Ricordo anche negli ultimi anni, quando ero in grosse difficoltà.. ero nei guai e non sapevo dove cercare riparo… gli amici erano tutti lontani o troppo occupati, il resto della famiglia avrebbe fatto troppe domande, l’unica cosa che mi sentii di fare era andare da nonno Gianni. Ricordo che arrivai a casa e mi stesi sul lettone grande accanto a lui, gli dissi che avevo paura e lui seppe donarmi quell’affetto di cui avevo bisogno. Non mi domandò niente, mi disse solo come si era sentito lui quando aveva avuto paura…. mi aveva capito, mi aveva abbracciato come un nonno, come un padre e come un amico. Mi sentii meno solo!
Quel nonno che era un super nonno, ne aveva passate di tutti i colori e ne aveva combinate di tutti i colori. Era un ferroviere – «il migliore» hanno sempre detto i colleghi e i suoi allievi – sempre in viaggio, e chi viaggia l’avventura ce l’ha nel sangue… raccontargli le mie esperienze era qualcosa di divertente, sapeva ascoltare, sapeva giudicare come fanno i nonni delle favole e infine sapeva sempre ironizzare. Che gioia riuscire a parlargli, che gioia giocare con la sua intelligenza!
Poi l’ultimo anno mi sono dedicato ad un meraviglioso progetto, il progetto della mia giovane vita… gliene avevo parlato, si era preoccupato perché stavo lasciando il lavoro «ma tu si pazz’» mi diceva, sempre con tono scherzoso, e con tono scherzoso sapevo che mi avrebbe appoggiato. Vedere quel suo sorriso sempre un po’ audace significava che avevo la sua stima per questa scelta, ne ero contento.
Così è arrivato un anno intenso di lavoro, dall’altro capo del mondo, non sono mai riuscito a parlargli al telefono, a lui non piaceva e neanche a me….
Solo oggi realizzo che sono quasi 10 mesi che non ci sentivamo, oggi provo vergogna per questi 10 mesi così lontano da lui. Proprio ieri quando avevo saputo che era stato male, mi ero deciso a stampare una foto che gli avevo dedicato per spedirgliela…. volevo attendere che il mio lavoro terminasse per potergli dare la buona notizia.
Invece non c’è stato il tempo… in Italia erano le 17 di sabato 12 Luglio 2014 e qui in Vietnam erano le 22, c’era una Luna grandissima in cielo. Non succede spesso, la Luna piena con il perigeo. Da bambino (ma anche da adulto) il nonno mi aveva spiegato cosa fosse il perigeo, quel nonno che amava studiare anche la Luna.
La Luna in perigeo è quando la Luna si trova più vicina alla Terra, per questo motivo in alcune notti la Luna ci sembra più grande, se poi la Luna in perigeo coincide con la fase di Luna piena allora la Luna ci sembrerà grandissima. In quel momento la Luna è molto forte dal punto di vista energetico, riflette al massimo la luce solare ed essendo vicinissima la percepiamo ancora di più.
Giovanni Cavuto è riuscito ad andare via proprio in questo giorno in cui l’energia lunare è fortissima, si dice che sia il momento migliore per riflettere, per l’ascolto interiore.
Voglio credere che il nonno abbia scelto di andarsene oggi, sapeva di star male e in ospedale non ci voleva andare, voleva finirla oggi la sua vita. Lui aveva deciso così, ed anche se non ha aspettato che tornassi lo capisco, per me quel nonno sovrumano, che di notte era sempre sveglio, che studiava la luna, che era nato il 1º Gennaio e che mi ha donato un amore enorme resterà sempre la parte magica ed eterea di tutta la mia vita insieme alla sua Rorina…. forte come la quercia e dolce come il miele.
Riposa in pace mio amato nonno, vivrai sempre nel mio cuore.
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