Opera del regista napoletano Parsifal Reparato, il documentario (per il quale è aperta una raccolta fondi a questo indirizzo web https://www.produzionidalbasso.com/pdb_3672.html) pennella le esistenze della giovani operaie vietnamite, che, seppure escluse dal potere, sono il cuore produttivo del miracolo asiatico: nelle loro vite prendono forma profonde contraddizioni, imprimendosi nei loro corpi, trasformati in icone viventi. In un mondo dove l’esotico convive con il moderno, il cemento avanza verso le risaie e la natura rigogliosa e selvaggia viene minacciata dai roboanti rumori del progresso. La protagonista della storia si chiama Bay ed è lei che abbandona la montagna imponente per asservirsi al tempio della modernità, tuffandosi nel cuore dell’
industrializzazione, dove le fabbriche promettono crescita, ma finiscono per
offrire solo costrizione.
Con costanza e sacrificio le sue piccole dita devono muoversi veloci, lontana dal villaggio dove è cresciuta e verso la città, simbolo di vizio e caos, per servire un progresso di alienazione, in cui tutte le aspirazioni finiscono per essere tritate nella catena di montaggio, che schiavizza anche i suoi stessi desideri di ragazza.
L’esperienza di vita del giovane regista, maturata da un lungo lavoro di
ricerca antropologica – in collaborazione con l’Università L’Orientale di
Napoli e l’Accademia di Scienza Sociali Vietnamita – prende corpo nel confronto tra le due prospettive, uniche ed emblematiche di uno stato d’animo che interessa le ultime generazioni.
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